Ciao, sono nuovo del mondo dei blog, anche perché quello di cui vorrei interessarmi e di cui vorrei discutere in queste pagine è una cosa trita e ritrita che non si sa quante discussioni web anima. Sto parlando della filosofia, quella particolare modalità e metodologia del riflettere che tutti noi utilizziamo quotidianamente (per lo meno lo spero).
Certo, mi direte, queste sono tematiche che affrontano una miriade di blog, che senso ha parlare di filosofia quando in realtà le domande sono poche e le risposte che da il web sono più che sufficienti.
Ebbene, nella mia carriera di studi filosofici mi sono reso conto di una cosa, e questo fin dai primi anni universitari, una convinzione che è diventata sempre più concreta e radicata in me con il passare del tempo. Parlo del fatto che non esiste una visione univoca che possa presentarsi come verità della filosofia o dell'interpretazione storica della filosofia. Parlare in questo o in altro modo dei grandi autori o di quelli meno conosciuti che hanno affollato il panorama filosofico dell'intera storia dell'umanità dipende soprattutto da chi si accinge a scrivere di questi uomini (capirli in questo o in altro modo è poi compito di chi fruisce della lettura del blog).
Questo è uno delle immagini che mi ha aperto gli occhi di fronte alle infinite interpretazioni della realtà che si possono avere una volta acquisite determinate conoscenze. Una parola, un'immagine, un suono nuovo non fanno altro che aumentare il bagaglio delle categorie che utilizziamo per descrivere il mondo e per elaborare i nostri pensieri. Più categorie non equivale implicitamente a sostenere che si ha una conoscenza per forza di cose esatta ma può essere un utile strumento per tendere almeno ad un'indagine del reale che soddisfi i criteri della nostra ricerca personale sempre tendente alla pace e alla tranquillità.
Tornando al Cannocchiale aristotelico, questo è il nome del testo che ha come copertina questa immagine. Un'opera di Emanuele Tesauro che ha avuto una serie lunga di ristampe prima di apparire nella sua versione finale e completa nel 1670 (parliamo di più di quattordici ristampe tra gli anni che vanno dal 1654 al 1670).
Non voglio dire che dovete leggere tutto il testo, sarebbe pesantissimo scorrere tutte le righe di questo volume immenso lungo più di settecento pagine con infinite citazioni da fonti antiche.
Prendo l'immagine in se stessa, per poter far balenare agli occhi dei lettori di questo post l'inesauribile inventività degli argomenti che si scatenano alla visione del dipinto, una creatività vitale inarrestabile, a volte furiosa, che eccede le capacità del pensiero di stare dietro ai collegamento mentali che sprizzano autonomamente fuori da una simile vista. Tutto e niente, come spesso si dice quando ci si trova di fronte ad un'intuizione della verità, ma non si hanno né le parole né i pensieri per poterla meglio elaborare e capire.
Uno specchio catottrico, come lo ha definito Jon R. Snyder, che nelle sue piccolissime pieghe allegoriche ci apre alla visione di una realtà che può essere vista da differenti angolature ognuna delle quali presenta una veste diversa dalle altre e spesso nuova, inaspettata, ma nello stesso tempo familiare che ci rimanda ad un universo di essenze platoniche, un iperuranio dove conosciamo tutto per filo e per segno, ma che dimentichiamo appena messo il primo piede nella realtà.
Questa impressione di grande animazione che pervade l'intera immagine è quella che io vedo in tutte le cose della realtà, per cui accingermi a scrivere un blog in cui si parla di filosofia non mi sembra un azzardo, la mia interpretazione sarà sicuro diversa della vostra perché il cannocchiale che io utilizzo per parlare della realtà e della filosofia è di sicuro differente da quello che usate voi o da quello che utilizzano gli altri amici che scrivono di queste cose sui loro blog . Inoltre, secondo me, a partire dalle immagini che si rifrangono nel mio cannocchiale, la mia interpretazione è anche la migliore, perché non posso utilizzare altro strumento che questo per parlare della realtà. Questo è il motivo che mi ha spinto a scrivere di filosofia, sia per condividere la mia interpretazione con gli altri ma soprattutto per allargare le mie categorie interpretative e analitiche con la discussione e la messa in critica delle mie posizioni che spero si possa ottenere con la stesura di un post.

Tematica e teoria molto interessanti. Ma ho bisogno di spiegazioni più dettagliate, specie sul contesto barocco che ha ispirato queste riflessioni.
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