Questi tre pensatori sono
solitamente indicati come Anti-hegeliani e Irrazionalisti, vediamo in
che senso.
Schopenhauer (1788-1861)
è autore del “Mondo come volontà e rappresentazione” (1818). il
punto di partenza della sua filosofia è la distinzione kantiana tra
Fenomeno e Noumeno o Cosa In Sé, ma egli capovolge rispetto a Kant
il senso di questi concetti: il Fenomeno diviene Parvenza, Illusione,
Sogno o Velo di Maya, mentre il Noumeno è la Realtà da scoprire
perché Nascosta dietro il velo.
Il Fenomeno di
Schopenhauer è una Rappresentazione che esiste soltanto nella mia
Coscienza; il kantismo secondo il nostro può essere rinchiuso
nell'affermazione che «il mondo
è mia rappresentazione».
La
Rappresentazione ha due aspetti essenziali e inseparabili, il
Soggetto rappresentante e l'Oggetto rappresentato; questi esistono
solo all'interno della rappresentazione.
La
nostra mente si muove secondo gli A Priori di Spazio, Tempo e
Causalità (questa per Schopenhauer rappresenta l'Unica Categoria);
inoltre, essa è chiusa nell'Orizzonte della Rappresentazione ovvero
di quella conoscenza che si muove secondo i su indicati spazio, tempo
e causalità. L'uomo, oltre ad essere conoscenza e rappresentazione,
è anche Corpo, questo non si interroga più sull'esterno, bensì
sulla propria Interiorità, sul suo Dolore e sui suoi Desideri. Solo
Ripiegando in Noi stessi possiamo Rompere il Velo di Maya e giungere
alla Cosa In Sé del Nostro Essere, che è la Volontà di Vivere.
In
altre parole, secondo Schopenhauer, più che Intelletto e Conoscenza
(Spazio, Tempo e Causalità rivolte all'esterno), noi siamo Vita e
Volontà di Vivere, e il Nostro Corpo non è che la Manifestazione
Esteriore delle nostre Brame Interiori. Il Mondo Fenomenico è solo
il Mondo in cui la Volontà si Mostra A Sé Stessa nella
Rappresentazione Spazio-Temporale. La Volontà di Vivere è l'Unica
Essenza Noumenica dell'Universo.
La
Volontà, quindi, si Sottrae alle Forme del Fenomeno (come detto
spazio, tempo e causalità); essa è un Impulso, è Energia di Volere
e Vivere. In quanto tale la Volontà di Vivere è Unica e Eterna,
Incausata e senza scopo, è una Forza Libera e Creatrice che va al di
là della causalità razionale. L'Unica Verità del mondo è che si
Vive per Continuare a Vivere.
Nel
mondo Fenomenico la Volontà si manifesta attraverso due fasi: la
prima è l'Oggettivazione della Volontà in Forme Immutabili che
Schopenhauer chiama Idee; la seconda è l'Oggettivazione della
Volontà nei Vari Individui che sono nient'altro che la
Moltiplicazione spaziale e temporale delle Idee (secondo lo schema
copia-modello). Da ciò il Pessimismo Assoluto del pensiero di
Schopenhauer che definisce l'Essere come la Volontà Infinita, senza
appagamento e con desideri sempre vivi. Da ciò anche lo stretto
legame che egli istituisce tra Dolore, Piacere e Noia.
Tutto
Soffre e se l'Uomo soffre di più è solo perché è Consapevole
dell'Infinita spinta della Volontà. Il Male Non è il Mondo, ma il
Principio da cui Deriva il Mondo, la Volontà. L'unico fine della
natura sembra quello di perpetuare la vita.
L'unica
vera risposta al dolore del mondo è la Liberazione Dalla Volontà di
Vivere e quest può essere raggiunta seguendo varie tappe: l'Arte, la
Morale e l'Ascesi. L'Arte è Catartica perché, essendo al di là
dello spazio e del tempo, consente all'uomo più che la vita la
Contemplazione della vita, elevando così l'uomo al di sopra della
volontà. La Morale ci aiuta a sperimentare, specie nella Pietà,
quella Superiore Unità di Tutti gli Esseri. In fine l'Ascesi che è
l'unico vero atto di Libertà possibile all'uomo; l'individuo,
cessando di volere la vita e il Volere stesso, si propone di
estirpare il proprio desiderio di vivere e volere.
Il
cammino della salvezza conduce al Nirvana buddista, ovvero
all'Esperienza del Nulla, ad una Negazione del Mondo.
Anche
Kierkegaard (1813-1855), specie riguardo all'aspetto teologico e
irrazionalista della sua speculazione, appare spinto da motivi
Anti-Idealistici. Le sue opere fondamentali sono: “Aut Aut”,
“Timore e tremore”, “La ripetizione”, “Il concetto
dell'angoscia”, “Postilla conclusiva e non scientifica”, “La
malattia mortale”.
Egli critica Hegel e il
suo voler rinchiudere le infinite categorie dell'esistenza,
esplicitate dalla Possibilità, in un unico processo dialettico e
oggettivo. Invece, secondo il nostro, dato che la Rgione è l'unica
Verità dell'Umanità, è il Singolo ad essere coinvolto nella
Scelta.
La Scelta è scelta di
diversi modi di vivere la vita; le possibili scelte di vita sono:1)
vita Estetica, che è la forma di vita che esiste nell'Attimo e che
si configura come Disperazione. 2) vita Etica, che è la Scelta della
Disperazione e della Riaffermazione di Sé nel Dovere e nella Fedeltà
a Sé Stessi. Nella Vita Etica l'uomo Sceglie Incessantemente Sé
stesso, essa è la Scelta della Scelta. 3) vita Religiosa, che è la
Scelta Rischiosa della Fede in Dio. La Fede è l'Angoscia che si
rende certa di sé e del suo rapporto con Dio. La Fede è Paradosso e
Scandalo perché è la Contraddizione Ineliminabile di un Uomo che
Deve Scegliere o di un Dio che è già la Scelta di Tutto, anche
della fede stessa.
I diversi Stai della Vita
sono delle Alternative che si Escludono a vicenda e che presentano la
vita come Pura Possibilità. L'Angoscia è il frutto del Puro
Sentimento della Possibilità. Il Possibile, a sua volta, è legato
all'Avvenire, ciò che non è ma può essere.
È l'Infinità delle
Possibilità che fa dell'Angoscia la Situazione Esistenziale
dell'Uomo nel Mondo; l'uomo può volere sé stesso ed è allora
disperato perché Finito, ma può anche scegliere di non volere sé
stesso ed è allora angosciato perché non può mai rompere con sé
stesso e con la propria individualità. Giunge allora la Fede che
sostituisce alla disperazione dell'uomo per la sua non-autonomia e
per la sua non-autosussistenza, la speranza e la fiducia in Dio.
In fine presento la
figura di Nietzsche e le sue opere seguendo la matrice che ha
ispirato l'analisi dei due precedenti pensatori e cioè
l'irrazionalismo.
Nietzsche (1844-1900)
scrive: 1) opere giovanili: “Nascita della tragedia” e le quattro
“Considerazioni inattuali”; 2) scritti della fase illuminista:
“Umano troppo umano”, “Aurora” e la “Gaia scienza”; 3)
scritti sull'eterno ritorno e su Zarathustra: “Così parlò
Zarathustra”, “Al di là del bene e del male”, “Genealogia
della morale”, “Il caso Wagner”, “Crepuscolo degli idoli”,
“L'anticristo”, “Ecce homo”, “Nietzsche contra Wagner”.
La filosofia di Nietzsche
rappresenta una messa in discussione totale della civiltà
Occidentale, dell'idea dell'uomo e dei valori Anti-Vitali da essa
propugnati; ma, nello stesso tempo, costituisce, con i concetti di
Superuomo, di Eterno Ritorno e di Volonta di Potenza, un suo
superamento costruttivo.
L'analisi di Nietzsche
parte dal mondo Antico, che secondo il nostro si concretizza nel
contrasto tra Apollineo e Dionisiaco presente nella Tragedia Greca.
Il Dionisiaco, Forza vitale Creatrice e in Divenire, si contrappone
all'Apollineo, che rappresenta la fuga di fronte all'Imprevedibilità
e Caoticità degli eventi. Soltanto nella Tragedia c'è Sintesi tra
questi due termini e per questo essa è dotata di una grandissima
forza espressiva e metafisica. Dionisio è per Nietzsche simbolo
dell'Infinita Creatività della Vita. Una Vita che deve essere
Accettata integralmente e Gioiosamente nella sua Potenza Primitiva. A
tal fine si necessita di una Trasfigurazione di Tutti i Valori
Anti-Vitali, ed in primis di quelli Morali e Cristiani, tipiche forme
di coscienza che l'uomo utilizza per porsi consapevolmente Contro la
Vita.
I Valori Etici non sono
altro che l'espressione di determinate prerogative utilitaristiche
finalizzate al mantenimento e al rafforzamento delle forme di dominio
umane. Inizialmente la Morale, espressione dell'Aristocrazia
Cavalleresca, era improntata ai valori Vitali della Forza, della
Salute; progressivamente la Morale si pone Contro la Vita, l'apice di
questa metamorfosi è rappresentato dal Cristianesimo che ha fatto
primeggiare i valori dell'Abnegazione, del Disinteresse e del
Sacrificio. La Religione Cristiano altro non è che l'espressione del
Risentimento dell'uomo Debole Contro la Vita e contro la sua Forza.
Bisogna, quindi,
costruire una nuova tavola dei valori a misura dell'uomo, per il
quale non esiste altro luogo in cui vivere che sulla terra.
Anche la Scienza, che nel
secondo periodo della sua attività filosofica sembrava a Nietzsche
un appiglio sicuro, si trasformerà in una Fede Metafisica, così
come la cultura Storicistica Anti-Vitale.
La Critica alla
Metafisica trova il suo apice nel tema della Morte di Dio. Di fronte
ad una Realtà Crudele e Eternamente Non-Provvidenziale, gli uomini
hanno dovuto costruirsi delle certezze per convincersi che il mondo è
un ché di Razionale ed Armonico, guidato dalla Libertà e
provvidenzialmente teso verso la Verità. A questa Credenza
Menzognera è dovuto il proliferare delle Metafisiche e delle loro
assurde Verità. Dio è la Più Antica di queste Bugie Vitali, essa è
la più compiuta espressione di Paura contro la Verità dell'Essere.
Per reggere la Morte di
Dio, però, l'Uomo deve Superarsi, deve Divenire Oltre Sé Stesso,
deve divenire Superuomo (Ubermensch). Solo chi guarda in faccia la
vita e prende atto della sua Creatività Caotica e A-Razionale è
pronto per progettare liberamente la propria esistenza, oltre ogni
struttura metafisica data.
Morte di Dio è Tramonto
del Platonismo, del suo Mondo Altro, è il Mezzogiorno; Momento
dell'Ombra Più Corta; Fine del Lunghissimo Errore; Apogeo
dell'Umanità.
Vivere senza Certezza
Metafisiche Assolute Non è Distruggere Nichilisticamente, ma è
disporsi a vivere ogni Attimo della Vita come Coincidenza tra Essere
e Senso, come Atto Creativo, Gioco avente in sé il proprio senso
appagante.
In questo contesto emerge
anche la teoria dell'Eterno Ritorno dell'Eguale che, ridotta all'osso
e in modo molto riduttivo, presenta la Vita come Infinita Ripetizione
degli Attimi, che solo il Superuomo può accettare: «quanto
dovresti amare te stesso e la vita, per non desiderare più
alcun'altra cosa che questa ultima eterna sanzione, questo
suggello?».
Il
Superuomo, che accetta la legge della Volontà di Potenza, quella
Libertà Creatrice che Ricrea in continuazione l'Essere, Reinventa
Incessantemente la Vita, proprio in questa Continua Creatività
Giocosa trova la propria Essenza.
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