mercoledì 10 ottobre 2012

Irrazionalismo ed Anti-hegelismo: Schopenhauer, Kierkegaard e Nietzsche.


Questi tre pensatori sono solitamente indicati come Anti-hegeliani e Irrazionalisti, vediamo in che senso.
Schopenhauer (1788-1861) è autore del “Mondo come volontà e rappresentazione” (1818). il punto di partenza della sua filosofia è la distinzione kantiana tra Fenomeno e Noumeno o Cosa In Sé, ma egli capovolge rispetto a Kant il senso di questi concetti: il Fenomeno diviene Parvenza, Illusione, Sogno o Velo di Maya, mentre il Noumeno è la Realtà da scoprire perché Nascosta dietro il velo.
Il Fenomeno di Schopenhauer è una Rappresentazione che esiste soltanto nella mia Coscienza; il kantismo secondo il nostro può essere rinchiuso nell'affermazione che «il mondo è mia rappresentazione».
La Rappresentazione ha due aspetti essenziali e inseparabili, il Soggetto rappresentante e l'Oggetto rappresentato; questi esistono solo all'interno della rappresentazione.
La nostra mente si muove secondo gli A Priori di Spazio, Tempo e Causalità (questa per Schopenhauer rappresenta l'Unica Categoria); inoltre, essa è chiusa nell'Orizzonte della Rappresentazione ovvero di quella conoscenza che si muove secondo i su indicati spazio, tempo e causalità. L'uomo, oltre ad essere conoscenza e rappresentazione, è anche Corpo, questo non si interroga più sull'esterno, bensì sulla propria Interiorità, sul suo Dolore e sui suoi Desideri. Solo Ripiegando in Noi stessi possiamo Rompere il Velo di Maya e giungere alla Cosa In Sé del Nostro Essere, che è la Volontà di Vivere.
In altre parole, secondo Schopenhauer, più che Intelletto e Conoscenza (Spazio, Tempo e Causalità rivolte all'esterno), noi siamo Vita e Volontà di Vivere, e il Nostro Corpo non è che la Manifestazione Esteriore delle nostre Brame Interiori. Il Mondo Fenomenico è solo il Mondo in cui la Volontà si Mostra A Sé Stessa nella Rappresentazione Spazio-Temporale. La Volontà di Vivere è l'Unica Essenza Noumenica dell'Universo.
La Volontà, quindi, si Sottrae alle Forme del Fenomeno (come detto spazio, tempo e causalità); essa è un Impulso, è Energia di Volere e Vivere. In quanto tale la Volontà di Vivere è Unica e Eterna, Incausata e senza scopo, è una Forza Libera e Creatrice che va al di là della causalità razionale. L'Unica Verità del mondo è che si Vive per Continuare a Vivere.
Nel mondo Fenomenico la Volontà si manifesta attraverso due fasi: la prima è l'Oggettivazione della Volontà in Forme Immutabili che Schopenhauer chiama Idee; la seconda è l'Oggettivazione della Volontà nei Vari Individui che sono nient'altro che la Moltiplicazione spaziale e temporale delle Idee (secondo lo schema copia-modello). Da ciò il Pessimismo Assoluto del pensiero di Schopenhauer che definisce l'Essere come la Volontà Infinita, senza appagamento e con desideri sempre vivi. Da ciò anche lo stretto legame che egli istituisce tra Dolore, Piacere e Noia.
Tutto Soffre e se l'Uomo soffre di più è solo perché è Consapevole dell'Infinita spinta della Volontà. Il Male Non è il Mondo, ma il Principio da cui Deriva il Mondo, la Volontà. L'unico fine della natura sembra quello di perpetuare la vita.
L'unica vera risposta al dolore del mondo è la Liberazione Dalla Volontà di Vivere e quest può essere raggiunta seguendo varie tappe: l'Arte, la Morale e l'Ascesi. L'Arte è Catartica perché, essendo al di là dello spazio e del tempo, consente all'uomo più che la vita la Contemplazione della vita, elevando così l'uomo al di sopra della volontà. La Morale ci aiuta a sperimentare, specie nella Pietà, quella Superiore Unità di Tutti gli Esseri. In fine l'Ascesi che è l'unico vero atto di Libertà possibile all'uomo; l'individuo, cessando di volere la vita e il Volere stesso, si propone di estirpare il proprio desiderio di vivere e volere.
Il cammino della salvezza conduce al Nirvana buddista, ovvero all'Esperienza del Nulla, ad una Negazione del Mondo.
Anche Kierkegaard (1813-1855), specie riguardo all'aspetto teologico e irrazionalista della sua speculazione, appare spinto da motivi Anti-Idealistici. Le sue opere fondamentali sono: “Aut Aut”, “Timore e tremore”, “La ripetizione”, “Il concetto dell'angoscia”, “Postilla conclusiva e non scientifica”, “La malattia mortale”.
Egli critica Hegel e il suo voler rinchiudere le infinite categorie dell'esistenza, esplicitate dalla Possibilità, in un unico processo dialettico e oggettivo. Invece, secondo il nostro, dato che la Rgione è l'unica Verità dell'Umanità, è il Singolo ad essere coinvolto nella Scelta.
La Scelta è scelta di diversi modi di vivere la vita; le possibili scelte di vita sono:1) vita Estetica, che è la forma di vita che esiste nell'Attimo e che si configura come Disperazione. 2) vita Etica, che è la Scelta della Disperazione e della Riaffermazione di Sé nel Dovere e nella Fedeltà a Sé Stessi. Nella Vita Etica l'uomo Sceglie Incessantemente Sé stesso, essa è la Scelta della Scelta. 3) vita Religiosa, che è la Scelta Rischiosa della Fede in Dio. La Fede è l'Angoscia che si rende certa di sé e del suo rapporto con Dio. La Fede è Paradosso e Scandalo perché è la Contraddizione Ineliminabile di un Uomo che Deve Scegliere o di un Dio che è già la Scelta di Tutto, anche della fede stessa.
I diversi Stai della Vita sono delle Alternative che si Escludono a vicenda e che presentano la vita come Pura Possibilità. L'Angoscia è il frutto del Puro Sentimento della Possibilità. Il Possibile, a sua volta, è legato all'Avvenire, ciò che non è ma può essere.
È l'Infinità delle Possibilità che fa dell'Angoscia la Situazione Esistenziale dell'Uomo nel Mondo; l'uomo può volere sé stesso ed è allora disperato perché Finito, ma può anche scegliere di non volere sé stesso ed è allora angosciato perché non può mai rompere con sé stesso e con la propria individualità. Giunge allora la Fede che sostituisce alla disperazione dell'uomo per la sua non-autonomia e per la sua non-autosussistenza, la speranza e la fiducia in Dio.
In fine presento la figura di Nietzsche e le sue opere seguendo la matrice che ha ispirato l'analisi dei due precedenti pensatori e cioè l'irrazionalismo.
Nietzsche (1844-1900) scrive: 1) opere giovanili: “Nascita della tragedia” e le quattro “Considerazioni inattuali”; 2) scritti della fase illuminista: “Umano troppo umano”, “Aurora” e la “Gaia scienza”; 3) scritti sull'eterno ritorno e su Zarathustra: “Così parlò Zarathustra”, “Al di là del bene e del male”, “Genealogia della morale”, “Il caso Wagner”, “Crepuscolo degli idoli”, “L'anticristo”, “Ecce homo”, “Nietzsche contra Wagner”.
La filosofia di Nietzsche rappresenta una messa in discussione totale della civiltà Occidentale, dell'idea dell'uomo e dei valori Anti-Vitali da essa propugnati; ma, nello stesso tempo, costituisce, con i concetti di Superuomo, di Eterno Ritorno e di Volonta di Potenza, un suo superamento costruttivo.
L'analisi di Nietzsche parte dal mondo Antico, che secondo il nostro si concretizza nel contrasto tra Apollineo e Dionisiaco presente nella Tragedia Greca. Il Dionisiaco, Forza vitale Creatrice e in Divenire, si contrappone all'Apollineo, che rappresenta la fuga di fronte all'Imprevedibilità e Caoticità degli eventi. Soltanto nella Tragedia c'è Sintesi tra questi due termini e per questo essa è dotata di una grandissima forza espressiva e metafisica. Dionisio è per Nietzsche simbolo dell'Infinita Creatività della Vita. Una Vita che deve essere Accettata integralmente e Gioiosamente nella sua Potenza Primitiva. A tal fine si necessita di una Trasfigurazione di Tutti i Valori Anti-Vitali, ed in primis di quelli Morali e Cristiani, tipiche forme di coscienza che l'uomo utilizza per porsi consapevolmente Contro la Vita.
I Valori Etici non sono altro che l'espressione di determinate prerogative utilitaristiche finalizzate al mantenimento e al rafforzamento delle forme di dominio umane. Inizialmente la Morale, espressione dell'Aristocrazia Cavalleresca, era improntata ai valori Vitali della Forza, della Salute; progressivamente la Morale si pone Contro la Vita, l'apice di questa metamorfosi è rappresentato dal Cristianesimo che ha fatto primeggiare i valori dell'Abnegazione, del Disinteresse e del Sacrificio. La Religione Cristiano altro non è che l'espressione del Risentimento dell'uomo Debole Contro la Vita e contro la sua Forza.
Bisogna, quindi, costruire una nuova tavola dei valori a misura dell'uomo, per il quale non esiste altro luogo in cui vivere che sulla terra.
Anche la Scienza, che nel secondo periodo della sua attività filosofica sembrava a Nietzsche un appiglio sicuro, si trasformerà in una Fede Metafisica, così come la cultura Storicistica Anti-Vitale.
La Critica alla Metafisica trova il suo apice nel tema della Morte di Dio. Di fronte ad una Realtà Crudele e Eternamente Non-Provvidenziale, gli uomini hanno dovuto costruirsi delle certezze per convincersi che il mondo è un ché di Razionale ed Armonico, guidato dalla Libertà e provvidenzialmente teso verso la Verità. A questa Credenza Menzognera è dovuto il proliferare delle Metafisiche e delle loro assurde Verità. Dio è la Più Antica di queste Bugie Vitali, essa è la più compiuta espressione di Paura contro la Verità dell'Essere.
Per reggere la Morte di Dio, però, l'Uomo deve Superarsi, deve Divenire Oltre Sé Stesso, deve divenire Superuomo (Ubermensch). Solo chi guarda in faccia la vita e prende atto della sua Creatività Caotica e A-Razionale è pronto per progettare liberamente la propria esistenza, oltre ogni struttura metafisica data.
Morte di Dio è Tramonto del Platonismo, del suo Mondo Altro, è il Mezzogiorno; Momento dell'Ombra Più Corta; Fine del Lunghissimo Errore; Apogeo dell'Umanità.
Vivere senza Certezza Metafisiche Assolute Non è Distruggere Nichilisticamente, ma è disporsi a vivere ogni Attimo della Vita come Coincidenza tra Essere e Senso, come Atto Creativo, Gioco avente in sé il proprio senso appagante.
In questo contesto emerge anche la teoria dell'Eterno Ritorno dell'Eguale che, ridotta all'osso e in modo molto riduttivo, presenta la Vita come Infinita Ripetizione degli Attimi, che solo il Superuomo può accettare: «quanto dovresti amare te stesso e la vita, per non desiderare più alcun'altra cosa che questa ultima eterna sanzione, questo suggello?».
Il Superuomo, che accetta la legge della Volontà di Potenza, quella Libertà Creatrice che Ricrea in continuazione l'Essere, Reinventa Incessantemente la Vita, proprio in questa Continua Creatività Giocosa trova la propria Essenza.

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