Con il termine
Romanticismo si indica il movimento filosofico, letterario, artistico
e culturale che, nato in Germania negli ultimi anni del XVIII secolo,
ha poi trovato la sua massima fioritura in tutta Europa nei primi
anni dell'Ottocento.
Il Romanticismo tende ad
identificarsi in una sorta di temperie o atmosfera storica e
culturale che si riflette nella letteratura come nella filosofia,
nella politica come nell'arte e in tutte le altre manifestazioni e
attività umane. La sua nascita è connessa a determinate condizioni
storiche e politiche come il Fallimento della Rivoluzione, il
Cesarismo Napoleonico, la Restaurazione, i Moti Nazionali e si la sua
diffusione coinvolge rapidamente tutti i paesi europei, anche se con
debite differenze.
Nonostante gli infiniti
volti, questo movimento presenta alcune tendenze di fondo comuni e
tipiche. Siccome la Germania risulta l'anima del romanticismo
europeo, specie filosofico, ci soffermeremo soprattutto sull'analisi
del Romanticismo Tedesco, accennando in seguito allo sviluppo che
esso ebbe nelle altre nazioni.
Storicamente il
romanticismo tedesco nasce a Jena e vede i suoi primi esponenti e
propugnatori nei fratelli Schlegel, in Schelling, in Novalis, in
Holderlin, in Schleiermacher e in Tieck. Il Circolo di Jena visse
fino al 1804, ma le sue idee si diffusero anche dopo la sua fine in
tutta la Germania.
I romantici, nonostante
la varietà delle loro opinioni, sono tutti sostanzialmente d'accordo
nel respingere la Ragione così come essa era stata dipinta dagli
Illuministi, specie da Kant. Il Romanticismo nasce proprio dal
ripudio di quella Ragione che era divenuta la bandiera
dell'Illuminismo e il suo privilegiato strumento interpretativo del
mondo. Messa da parte la Ragione Empiristico-Scientifica, i Romantici
cercano altre strade di accesso alla realtà e all'infinito.
Una di queste strade è
l'Esaltazione del Sentimento, visto come Ebrezza Indefinita di
Emozioni in cui Palpita la Vita stessa, al di là delle strettoie
della ragione. L'esaltazione del sentimento procede parallelamente
con il Culto dell'Arte, vista come Porta Aurorale della Conoscenza.
L'arte è ciò che anticipa e segue il discorso logico, essa giunge
dove la ragione non può arrivare; il Poeta, in questo contesto,
diviene l'Esploratore dell'Invisibile che ha la facoltà di giungere
dove la ragione logica deve per forza di cose fermarsi. Schelling, ad
esempio, giungerà ad affermare che l'Universo è un'Opera d'Arte
dell'Assoluto, evidenziando quello che è un principio comune a molti
romantici e cioè che l'Arte è la principale chiave di lettura della
Realtà ed in essa si possono rintracciare i principali attributi di
Dio, che sono Infinità e Creatività.
Accanto all'arte,
un'altra esperienza decisiva dei romantici è stata la Religione,
vista anch'essa come via di accesso privilegiata al reale e come
Sapere Indeterminato che, andando oltre i confini della ragione
illuministico-kantiana, riesce a cogliere il Tutto nelle Parti,
l'Assoluto nel Relativo, il Necessario nel Contingente, l'Unità
nella Molteplicità, l'Eterno nel Tempo.
La caratteristica di base
del Romanticismo è quindi quest'incessante Anelito all'Infinito.
Contrariamente a Kant che aveva costruito una filosofia del Finito, i
Romantici cercano ovunque l'Oltre-Limite, ovvero ciò che rifugge dai
contorni definiti e che si sottrae alle leggi dell'ordine e della
misura. L'Infinito si qualifica, quindi, come il protagonista
dell'universo culturale romantico.
Tutti d'accordo
nell'assegnare all'Infinito questo ruolo primario, i romantici si
differenziano, invece, per il Diverso Modo di Intendere l'Infinito
stesso e per i diversi modi di concepire i rapporti che questo ha con
il Finito, e cioè con la Natura, con l'Uomo e con la Storia.
Il modello più
caratteristico per comprendere la visione romantica del rapporto tra
l'Infinito e il Finito è quello Panteistico che vede il Finito come
Realizzazione vivente dell'Infinito; si ha dunque un Panteismo
naturalistico, che identifica l'infinito con il ciclo eterno della
Natura, e un Panteismo Idealistico, che identifica l'infinito con lo
Spirito, ovvero con l'Umanità stessa.
Il modello Panteistico,
però, non è l'unica visione dell'universo che ispira questi
pensatori; tra i Romantici troviamo anche una corrente di
intellettuali che istituiscono tra il Finito e l'Infinito una
differenza sostanziale. Il Finito, secondo questa prospettiva, non è
più la realizzazione vivente dell'infinito ma soltanto una sua
Manifestazione Più O Meno Adeguata. Da questa posizione si giunge ad
una sorta di Trascendentalismo o di Teismo che ammette la
Trascendenza dell'Infinito rispetto al Finito e considera l'Infinito
come un Dio che è Al Di Là delle sue manifestazioni Mondane.
Altro concetto romantico
è quello della Vita Come Inquietudine, aspirazione o brama; i
Romantici, infatti, ritengono che l'Uomo si Preda di un Demone
dell'Infinito che fa si che l'uomo, mai pago del Finito, tenda sempre
a Trascendere i suoi orizzonti (Il Faust di Goethe è un esempio
evidente di questo desiderio di Infinità).
La Tensione verso
l'Assoluto e l'Infinito si accompagna a quelle tendenze tipiche di
questo movimento che sono l'Ironia e il Titanismo, la tendenza
all'Evasione e l'Amore per l'Eccezionale.
Altro tema ricorrente
nella letteratura romantica è quello dell'Immediatezza Felice o
dell'Armonia Perduta, secondo cui l'uomo si sarebbe Allontanato da
una situazione Originaria di Contatto e Fusione con la Natura,
separandosi così dal Fondamento Ontologico del suo Essere e
rendendosi in questo modo un'entità felice e Inautentica.
Dalla filosofia e
specificamente dall'Idealismo scaturisce, invece, la romantica
nozione dell'Uomo come Spirito. Con l'utilizzo del termine Spirito si
intese sostanzialmente l'Uomo come Attività Infinita ed Inesauribile
che si Autocostituisce Liberamente; in questo contesto l'Uomo È
Spirito perché è l'unico Soggetto capace di dare Senso al suo
Oggetto, che è la Natura.
L'Amore costituisce un
altro tema romantico per eccellenza su cui si sono interrogati poeti
e filosofi; esso appare come l'Estasi suprema dotata della
caratteristica della Globalità, dell'Unità della Molteplicità e
della Metafisicità. L'Amore, pur rivolgendosi a cose e creature
Finite, in realtà è per i romantici una Manifestazione e una cifra
dell'Assoluto; nell'Amore l'Assoluto non è cercato ma, in parte, già
Realizzato e Posseduto.
La cultura romantica
tende a dare anche una particolare visione della Storia che, in
opposizione alla cultura illuministica che faceva dell'uomo l'unico
soggetto della storia, tende ad identificare il soggetto della storia
con la Provvidenza. La Storia, quindi, appare come il prodotto di un
Soggetto Provvidenziale Assoluto, che si viene progressivamente
realizzando nella molteplicità degli avvenimenti e che costituisce
il momento Unificatore e totalizzante di questi. Ogni momento della
Storia costituisce un anello necessario di una catena processuale
complessivamente Positiva. Le Singole Epoche hanno ogni una una
specifica Ragione d'Essere in relazione alla Totalità della Storia,
e, in quanto tali, si sottraggono ad ogni giudizio critico e
comparativo.
Connessa con lo
storicismo della filosofia romantica è la riflessione Politica di
questo periodo che, anche se in un primo momento assume carattere
Rivoluzionario, Individualistico ed Antistatalistico, finisce, in
una seconda fase, per assumere schemi politici sempre più
Statalistici e Conservatori, nella convinzione che l'Individuo sia
tale soltanto all'interno di una Comunità Storica Sovrapersonale,
che spesso finirà per identificarsi con l'Autorità.
Per concludere l'analisi
dei principali aspetti del romanticismo tedesco, analizzo il concetto
di Natura, l'amore e il fascino che per essa provano i romantici
costituiscono uno dei temi più caratteristici del movimento. Si
perviene ad una Filosofia della Natura Organicistica, che vede la
Natura come una Totalità Organizzata nella quale le parti vivono
solo in relazione al tutto. Una concezione della Natura
Energetico-Vitalistica, in cui la Natura si presenta come Forza
Dinamica, Vivente ed Animata. Una concezione Finalistica che presenta
la Natura come realtà strutturata secondo determinati scopi, sia
immanenti che trascendenti. Ma anche una concezione della Natura
Spiritualistica e Dialettica, secondo cui la Natura oltre ad essere
un ché di Spirituale risulta anche organizzata secondo coppie di
forze opposte che costituiscono un'Unità Dinamica.
Anche negli altri paesi
europei si svilupperà il Romanticismo e, tenendo presente le
caratteristiche basilari presentate nei riguardi del romanticismo
tedesco, si può passare ad una veloce rassegna dei manifesti delle
specifiche nazioni e all'elencazione dei principali rappresentanti.
La data ufficiale per
l'inizio del Romanticismo Inglese è il 1789, anno della
pubblicazione del Manifesto Romantico rappresentato
dall'“Introduzione” di Wordsworth alle “Lyrical ballads”
composte in collaborazione con Coleridge. Tra i suoi esponenti
ricordo Byron (1788), Keats (1795), Scott (1771) e Austen (1775).
In Francia la nuova moda
romantica è lanciata da Madame de Stael (1766) con la sua famosa
opera “De Alemagne”. Posteriore a quello inglese e tedesco, il
romanticismo francese si costituisce piuttosto tardi, soltanto nel
1827, abbiamo la pubblicazione della “Prefazione” di Victor Hugo
al suo dramma “Cromwell”, prefazione che suole essere considerata
come il Manifesto del romanticismo francese. Tra i suoi esponenti di
spicco si ricordano de Lamartin, de Vigny, de Musset, Stendhal, de
Balzac e Sand.
Tramite Madame de Stael,
la nuova corrente arriva anche in Italia e trova nella “Lettera
semiseria” di Berchet il suo primo Manifesto. Massimo esponente del
Romanticismo Letterario Italiano è Manzoni, ma si sottolineano anche
le riflessioni di Gioberti e Mazzini.
Importante è
evidenziare, però, che il romanticismo letterario europeo ha uno
spessore teorico assai più limitato di quello tedesco e appare meno
intriso di temi filosofici e metafisici.
Nessun commento:
Posta un commento