La
nascita e lo sviluppo della società e della cultura Rinascimentale
coincide con quegli avvenimenti storici che hanno aperto per
l'Occidente la Modernità. Si va dalla fioritura delle Monarchie
Europee alle Scoperte Geografiche, dall'Invenzione della Stampa e
della Polvere da Sparo alla Riforma Protestante, un'Economia Aperta
sostituisce quella Chiusa del Medioevo e consente l'ascesa, specie
nelle civiltà urbane, della borghesia attiva ed industriale. Si
assiste così all'elaborazione di una Cultura Nuova che rompe
definitivamente con i vecchi schemi mentali e rispecchia le
differenti esigenze di una società urbana e mercantile ormai giunta
a piena maturità.
Con
il termine Rinascita ci si riferisce alla seconda nascita a cui
assiste l'uomo del Rinascimento; un rinnovamento Globale dei rapporti
che l'Uomo instaura in primis con Se Stesso e con gli Altri, ma anche
con il Mondo e con Dio. Un ritorno al Principio che, in quanto tale
si presenta anche come un ritorno ai Classici sia del pensiero
filosofico che del pensiero religioso.
L'uomo
è ora visto come l'Artefice di Se Stesso, libero e sovrano; come il
Dio Creatore, anche l'Uomo ha la facoltà di Creare Se Stesso. Questo
spirito Antropocentrico anima tutta la Cultura Rinascimentale, che si
allontana definitivamente dalla portata Teocentristica della
riflessione Scolastica e Medioevale.
Il
Medioevo era riuscito a realizzare una sorta di Unità dello Scibile
che ruotava intorno alla Teologia e alla Religione che essa
presentava come l'unica in grado di fornirci le chiavi per
interpretare la Verità del Mondo e della Vita e per dimostrare la
Necessità della Fede per illuminare i vari campi dell'azione umana.
Contro questa visione Unitaria del Mondo e della Storia, il
Rinascimento spezza non solo l'unità Politica del Medioevo ma anche
quella Culturale, rifiutando esplicitamente l'idea di un'Enciclopedia
del sapere di stampo Teologico, infatti, esso procederà una
Laicizzazione sempre più onnicomprensiva del Sapere. Lutero avvierà
una riflessione teologica sempre più distante dalla filosofia,
Machiavelli difenderà l'Autonomia della Politica rispetto alla
morale e alla religione, Galileo perverrà alla fondazione
dell'Autonomia della Scienza, la stessa richiesta di autonomia
interesserà anche altri campi come la Fisica, la Matematica,
l'Astronomia. Tutto questo però non implica un carattere
anti-religioso e anticristiano della filosofia e della cultura
rinascimentale.
La
Riscoperta dei Classici crea la possibilità di un ritorno ai Padri
del Pensiero Occidentale; fioriscono in questo periodo le traduzione
delle opere di Platone e di Aristotele.
Il
Platonismo si afferma in Italia soprattutto a Firenze dove nasce,
grazie alla collaborazione tra Cosimo il Vecchio e Marsilio Ficino,
un vero e proprio centro di studi platonici.
Platonico
convinto, Ficino tradurrà l'intero corpo delle opere appartenenti al
filosofo greco convinto che solo le parole del maestro (Platone)
possano confermare la saldatura tra la Ragione e la Fede.
Pico
della Mirandola, invece, mostrando la sostanziale Unità che esiste
tra la Sapienza Orientale, quella Greca, quella Platonica e
Aristotelica, il Tomismo, la Scolastica, la Cabala e la Magia,
cercherà di evidenziare un filo culturale che unisce, nella pace e
in una medesima Verità, popolazioni e filosofie differenti. Da
questa prospettiva, l'Uomo viene presentato come la via di mezzo tra
la bestia e Dio, capace di poter Degenerare verso le cose finite ed
inferiori, ma anche capace di ascendere dalla caduta e Rigenerarsi
nelle cose Divine e Infinite.
Cusano
è il massimo filosofo Platonico del Rinascimento, egli intende Dio
come Coincidenza degli Opposti, come l'Uno platonico che ha il suo
centro dappertutto e la sua circonferenza in nessun luogo e da cui
discende tutto il creato, finito e limitato rispetto al creatore.
Anche
per quanto riguarda l'Aristotelismo, le interpretazioni che si
avranno della speculazione dello Stagirita sono molteplici. Possiamo
molto schematicamente presentarle come scisse in due atteggiamenti,
oltre all'impostazione Tomistica; ci sarà l'Averroismo, che è la
credenza in un Intelletto Assoluto Infinito ed Immortale di cui
l'uomo è parte in quanto Finito e Mortale; e l'Alessandrismo
(Pomponazzi) che crede nell'esclusiva esistenza del Corpo e considera
l'Anima come una sua semplice appendice che, in quanto dipendente dal
Corpo, non può sopravvivere alla morte di questo.
Quando
si parla di Rinascimento si parla anche di Rivoluzione Scientifica,
quella rivoluzione culturale che si protrae dal 1543, anno della
pubblicazione della “Rivoluzione degli astri celesti” di
Copernico e il 1687, anno della pubblicazione dei “Principi
matematici di filosofia naturale” di Newton. In questo periodo la
Natura e l'Universo saranno guardati con occhi profondamente diversi,
si concepirà la Natura come un Ordine Oggettivo e Causalmente
strutturato di Relazioni governate da Leggi. La Scienza affermerà
con prepotenza la sua forma di sapere Sperimentale, Matematico e
Intersoggettivamente valido avente come scopo la conoscenza
progressiva del mondo a vantaggio dell'uomo.
La
rivoluzione culturale abbraccerà anche il campo dell'Astronomia.
Dall'Universo Geocentrico di stampo Tolemaico, Chiuso nei limiti del
Finito, si passerà ad una visione del cosmo Eliocentrica (anche se
le varianti risposte alla disputa astronomica saranno tante, si pensi
al sistema Ticoniano di Tycho Brahe). Il lavoro svolto da Copernico,
da Giordano Bruno, da Galileo e da Keplero, porterà progressivamente
all'elaborazione di una nuova visione del mondo e della vita, non più
l'Universo degli Antichi fatto di Sfere concentriche di diversa
natura e finalizzato ad una giustificazione metafisica e Teologica
dell'esistenza di Dio; questo sarà sostituito dall'Universo dei
Moderni, naturale e Matematicamente analizzabile, così come
matematicamente analizzabili saranno tutte le cose naturali presenti
in esso.
Molte
le figure che meriterebbero una trattazione monografica dei sistemi
astronomici e culturali elaborati, si pensi, ad esempio, alla figura
geniale del pisano Galileo Galilei (1564) e alle sue opere: “Il
Saggiatore”, “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo”,
“Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze”.
Galileo è convinto dell'Autonomia della Scienza rispetto
all'Autorità Religiosa. Giungerà nella sua speculazione ad
importantissime scoperte che cambieranno tutta la Fisica e
l'Astronomia Moderne; si pensi al Principio di Inerzia, alle Leggi
sulla Caduta dei Gravi, alle Leggi della Dinamica, all'Invenzione del
Cannocchiale.
Fondamentale
dal punto di vista filosofico è l'elaborazione del Metodo delle
Scienze, una delle prime elaborazioni metodologiche che la civiltà
occidentale abbia dato alla ricerca scientifica. Secondo questo
metodo si separano il momento Risolutivo o Analitico e quello
Compositivo o Sintetico; si tende così a fare dell'Osservazione di
fenomeni, della loro Misurazione Matematica e dell'elaborazione
dell'Ipotesi, il primo memento del lavoro scientifico che poi si
conclude con l'Esperimento e la Verifica ed, in fine, con
l'Elaborazione della Legge.
Altro
esponente chiave del pensiero rinascimentale è Ruggero Bacone (1561)
primo a rendersi conto del grande Potere che la Scienza e la
conoscenza della Natura possono dare all'uomo. L'uomo di Bacone non è
solo parte della Natura, ma Conoscendola può anche indirizzarla e
guidarla a suo piacimento e vantaggio. Il “Nuovo Organo” si
contrappone polemicamente alla logica aristotelica e si propone di
presentare tutti gli errori e gli ideali fasulli che fino ad ora ci
hanno impedito di conoscere e così di esercitare un concreto potere
sulla natura e sui suoi fenomeni.
Della
Filosofia Rinascimentale fanno parte anche le riflessioni di quei
pensatori come Bruno, Telesio e Campanella, che vengono comunemente
ricordati con il nome di Filosofia Naturale.
In
questo periodo ci sono anche figure di grandi giuristi, come Tommaso
Moro, Botero, Grozio e Machiavelli, autori dell'Autonomia di quella
branca del sapere che ci è giunta come Scienza Politica.
Non
si può fare a meno di citare anche i grandi riformatori religiosi
del rinascimento, come Lutero, Calvino, Melantone e Zwingli; questi,
in linea con la cultura antropocentrica dell'epoca, hanno pensato
alla necessità di garantire un accesso più individuale e moderno
alle parole e ai consigli contenuti nei testi sacri.
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