mercoledì 10 ottobre 2012

L'età Ellenistica: Stoicismo, Epicureismo, Scetticismo, Eclettismo e Neoplatonismo.


Con il termine Ellenismo si intende il periodo seguito alla morte di Alessandro Magno (323 a.C.); un periodo caratterizzato da una civiltà universalistica che vede l'incontro fecondo tra la cultura greca e quella orientale.
La crisi delle poleis congiunta alla frantumazione delle forme istituzionali dell'Ellade consentono la nascita di nuove realtà politiche, per lo più monarchie assolute e orientaleggianti. Al cittadino dell'età della Grecia classica subentra il suddito dell'età ellenistica, non più interessato alle tematiche politiche e all'esistenza comunitaria. L'intellettuale di questo periodo tende a ripiegare sul proprio animo analizzando tematiche etiche ed esistenziali, oppure sceglie di dedicarsi alla ricerca specializzata che esula dalle connessioni con il mondo filosofico.
Nel clima di generale incertezza e di fuga nel privato che caratterizza questa età di sconvolgimenti politici, sociali e culturali, alla filosofia si chiedono sostanzialmente due cose: da un lato, una visione unitaria e complessiva del mondo, dall'altro, una parola di saggezza e serenità capace di guidare la vita quotidiana degli individui.
Irrompono prepotentemente nel panorama filosofico gli interrogativi esistenziali che riguardano il destino individuale, la vita, la morte, la felicità, la virtù, l'imperturbabilità, ecc... Perduta la fiducia in una razionalizzazione della vita sociale, rimane soltanto la possibilità di risolvere le inquietudini individuali aiutando l'uomo a superare e sopportare i mali della vita.
Filosoficamente l'ellenismo è caratterizzato da indirizzi differenti che, anche se in modo diverso e tramite strade varie, tentano tutti di garantire all'uomo e all'individuo in particolare, la serenità e òla tranquillità dello spirito. Analiticamente si parla di: Stoicismo, Epicureismo, Scetticismo, ma a questi si possono aggiungere, data l'attinenza delle tematiche, anche l'Eclettismo dell'età romana e il Neoplatonismo.
Gli autori che appartengono a queste linee di pensiero scrissero molto, ma, purtroppo, dei loro testi non ci restano che frammenti.
Il fondatore dello Stoicismo fu Zenone di Cizio e la sua scuola fu fondata in Cipro. La scuola Stoica vuole mostrare come la strada per il raggiungimento della felicità e della virtù sia la conoscenza e la scienza. Filosofia, sapienza e virtù coincidono e l'unica guida per l'azione dell'uomo è il criterio della verità che ci fa scoprire il permesso e il proibito, ma, più importante di tutto ci dà l'indicazione della condotta atta a conseguire il minimo dolore e la più grande tranquillità d'animo che l'umanità può conseguire.
Secondo gli Stoici, tutta la conoscenza deriva dai sensi e le rappresentazioni sensibili si inscrivono nell'anima che, per questi pensatori, è come un foglio bianco su cui si imprimono le esperienze sensibili. La realtà, però, è sempre individuale, l'universalità è una prerogativa appartenente esclusivamente all'anima.
Oltre la Logica stoica, con i suoi concetti di ragionamenti Anapodittici, i Paradossi, le antinomie e i sofismi, è importante evidenziare le caratteristiche del mondo fisico così come concepito dagli appartenenti a questa scuola di pensiero. Il concetto fondamentale della fisica stoica è quello di un orine razionale, immutabile, perfetto e necessario che governa e sorregge infallibilmente tutte le cose. Quest'ordine viene identificato con Dio stesso facendo della dottrina stoica un rigoroso Panteismo.
La parte più interessante della speculazione stoica, che è anche quella destinata a durare più a lungo, è la riflessione dedicata all'etica. Per gli Stoici, tutti gli esseri, tramite istinto e ragione, tendono ad attuare e conservare se stessi in armonia con l'ordine perfetto del mondo. L'Etica stoica è l'Etica dell'uso pratico della ragione, finalizzata a stabilire un accordo tra la Natura e l'uomo. Il Dovere si conforma all'Ordine Razionale. L'Etica stoica è un'etica del Dovere inteso come conformità e convivenza con l'Ordine Razionale del mondo.
Il Dovere non è il Bene, questo si raggiunge soltanto quando la scelta indicata dal Dovere si trasforma nell'uomo in una vera e propria disposizione naturale ad agire, uniforme e costante e, quindi Virtuosa. Le emozioni e i preconcetti non rappresentano altro che opinioni e giudizi dettati dalla leggerezza e non fanno altro che allontanare l'essere umano dalla sapienza. Apatia, infatti, viene denominata la condizione del sapiente che è indifferente ad ogni emozione.
Del periodo ellenistico fa parte anche l'Epicureismo, movimento che si protrasse fino alla fine del IV secolo d.C. Restando, però, nei temi sostanzialmente identico agli insegnamenti che Epicuro diede ai suoi discepoli.
Il fondatore della scuola che a lui deve il nome, Epicuro di Samo, nasce nel 341 a.C. e muore nel 271-272 a.C.; dei suoi testi ci restano soltanto tre lettere e alcuni frammenti. Fondamentale per la ricostruzione delle sue riflessioni sono le opere dei suoi seguaci e continuatori, tra cui Tito Lucrezio Caro con i suoi “De rerum naturae” (96-55 a.C.).
la filosofia epicurea è tesa a mostrare la strada per giungere alla Felicità e alla Liberazione dalle Passioni, una sorta di Farmaco che guarisce gli uomini dal timore degli Dei e dal timore della Morte, consentendo loro di giungere al piacere consapevoli della brevità del male e del dolore.
Secondo Epicuro la filosofia si divide in Canonica, Fisica ed Etica, anche se tra le prime due esiste un legame così stretto che ci consente di considerarle come la medesima branca del pensiero. La canonica è la ricerca del canone della Verità, costituito dalle sensazioni, dalle anticipazioni e dalle emozioni.
La Fisica epicurea, seguendo le scie dell'atomismo di Democrito, vuole escludere ogni spiegazione sovrannaturale del mondo. Tutto ciò che esiste è corporeo perché soltanto entità Corporee possono Agire e Subire; ogni Corpo è inoltre composto, da corpuscoli indivisibili: gli Atomi, che si muovono nel vuoto infinito combinandosi tra di loro senza seguire un ordine finalistico.
Il settore filosofico in cui Epicuro ha formulato teorie che hanno suscitato molto interesse è l'Etica. Secondo questa, il Piacere, principio e fine della vita beata, è la Felicità Maggiore. Però, esistono due tipi diversi di Piacere, quello Stabile e Negativo, non soffrire, non avere dolore e quello Dinamico, in movimento, Positivo, come la letizia, la gioia. La Felicità rappresenta il Piacere Negativo che porta all'Aponia (assenza di dolore), o all'Atarassia (assenza di turbamento). Il carattere Negativo del Piacere impone una Scelta e una Limitazione dei Bisogni, compiti propri della Virtù e della Saggezza, intese come calcolo dei piaceri e scelta dei bisogni da soddisfare.
Anche lo Scetticismo è figlio della temperie culturale ellenistica. Esso è diviso in tre scuole: la scuola di Pirrone di Elide, al tempo di Alessandro; la media e maggiore accademia, rispettivamente con Arcesilao di Pitane (315-240 a.C.) e Carneade di Cirene (214-128 a.C.) che rappresentano i maggiori esponenti; e, infine gli Scettici Posteriori, di cui si ricordano soprattutto Enesidemo, Agrippa e Sesto Empirico.
Per costoro né la vita, né le cose posseggono un significato assoluto riconoscibile dalla ragione. L'uomo si trova nell'impossibilità di ottenere una conoscenza certa riguardo le cose di questo mondo, trovandosi perciò costretto a dover sospendere il giudizio sulla realtà.
Il periodo ellenistico vede anche una fioritura del pensiero scientifico, con le opere di Euclide per quanto riguarda la geometria, di Archimede per quanto riguarda la fisica, di Tolomeo per quanto riguarda l'Astronomia, di Galeno per la Medicina.
L'Eclettismo rappresenta il terreno di incontro tra Scetticismo, Epicureismo e Stoicismo. La Grecia è ormai come una provincia dell'Impero Romano e Roma inizia ad accogliere e coltivare la filosofia greca. Esponenti di questo movimento sono Filone di Larissa, Cicerone, Seneca, Epiteto e Marco Aurelio (imperatore nel 161 d.C.).
lo stoicismo Romano mostra una chiara tendenza religiosa, tenta, infatti, di interpretare le dottrine greche cercando di legarle alle tendenze orientali. Espressione più chiara dio questa religiosità latente è il Neoplatonismo di Plotino, che raccoglie elementi pitagorici, aristotelici e stoici.
La maggiore figura del Neoplatonismo è Plotino, nato in Egitto nel 204 d.C.. I suoi scritti ci sono giunti tramite le mani del suo più famoso scolaro, Porfirio di Tiro, che li ha ordinati in 6 “Enneadi”, ed altri come la “Vita di Plotino”, “Introduzione alle categorie di Aristotele”.
La condizione di tutte le cose è per i Neoplatonici l'Unità, l'Uno. Tutti gli esseri partecipano gerarchicamente dell'Unità, fino al grado sommo che è l'Uno Assoluto, da cui tutto deriva e grazie a cui i Molti sono. In quanto Infinito, l'Uno non può essere definito mediante attributi finiti, esso è al di là dell'essere e della sostanza, è l'Assolutamente Altro.
L'Uno di Plotino è Sovrabbondanza che ponendo se stessa pone necessariamente il mondo. Il Reale è frutto di un'irradiazione continua proveniente da una fonte luminosa centrale ed eterna, l'Uno. Il Mondo proviene da Dio secondo varie Ipostasi: l'Uno, l'Intelletto, l'Anima.
Iniziato con la discesa dell'Uno nei Molti, il circolo cosmico si conclude con il ritorno dei Molti all'Uno; il punto di saldatura tra questi è rappresentato dall'Uomo che deve separarsi dalle cose esteriori per intraprendere il cammino di ritorno verso la casa del Padre. L'Arte, l'Amore e la Filosofia sono delle strade per vedere il cammino che guida verso l'Infinito, la prima come contemplazione della Bellezza Corporea, la seconda come contemplazione della Bellezza Incorporea e la terza come contemplazione della Fonte della Bellezza ossia l'Uno. Ma il Principio Assoluto non può essere raggiunto con la semplice intelligenza, la strada che conduce ad esso e l'abbandono di tutto ciò che è finito e mondano, ossia l'Estasi, una Sovrarazionale Immedesimazione con l'Ineffabile.
Si notano i tratti comuni di questa speculazione con le dottrine delle religioni rivelate e da questo si può ben capire come nel periodo successivo al III d.C. Il Neoplatonismo sia stato assimilato dal pensiero Cristiano.

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