mercoledì 10 ottobre 2012

La prima filosofia Cristiana: la Patristica e S. Agostino.


La diffusione della Religione Cristiana, conseguenza necessaria dello spostamento culturale ed esistenziale dovuto all'Imperialismo romano, genera una particolare forma di speculazione che nelle tematiche religiose, della vita, della morte, della salvezza, del peccato e di Dio, trova i suoi principali oggetti di indagine.
Nuovo e Vecchio Testamento sono i testi che contengono i capisaldi della nuova religione: 1) la conoscibilità di Dio nella Natura; 2) la dottrina del Peccato Originale e del riscatto mediante la Fede in Cristo; 3) il concetto della Grazia attraverso la Fede; 4) il contrasto tra la Vita secondo la Carne e vita secondo lo Spirito; 5) l'identificazione del Regno di Dio con l'umana Chiesa dei fedeli; ed altri a questi collegati.
Ponendosi sul terreno della filosofia, il Cristianesimo cerca di affermare il proprio legame con la speculazione Greca; a tal fine si sottolinea come il Logos, l'Unità della Ragione che Dio ha creato uguale in tutti gli uomini, mostra quell'Unità tra Filosofia e Religione a cui il Cristianesimo ha dato fondamenta stabili.
Il periodo di rielaborazione Dottrinaria della religione cristiana è detto Patristica e Padri della Chiesa sono gli scrittori cristiani di quest'età. La Patristica viene divisa in tre periodi: 1) fino al 200 d.C. essa tende a difendere il cristianesimo dalle critiche Gnostiche e Pagane e vede esponenti come Giustino, Inneo, Ippolito, Tertulliano; 2) fino al 450 d.C. la Patristica tende alla vera Elaborazione della Dottrina Cristiana e vede esponenti come Clemente Alessandrino, Origene, Gregorio di Nissa e S. Agostino; 3) fino all'VIII d.C., essa rielabora e Ordina le dottrine già formulate.
Rinomatissimo padre della Chiesa è S. Agostino, nato a Tegeste nel 354 d.C. a lui risalgono opere come “Contro gli accademici”, “Sulla beatitudine”, “Sull'ordine”, “Soliloqui”, “Sul libero arbitrio”, ma le opere più importanti sono i 13 libri delle “Confessioni” e “La città di Dio”.
Motto fondamentale di S. Agostino è Crede ut Intelligas et Intellige ut Credas, ovvero credi per capire e capisci per credere; secondo Agostino, per trovare la Verità è indispensabile la Fede, una Fede che trovata illumina anche il cammino della Conoscenza.
Qualsiasi dubbio presuppone un basilare e originario rapporto dell'Uomo con la Verità, con Dio. La Verità secondo la Teoria dell'Illuminazione emana da Dio per giungere all'Uomo e alla sua Interiorità. É qui, nella propria Interiorità, che l'uomo deve cercare la Verità, questo dono di Dio che non appartiene mai all'Uomo ma che egli può esclusivamente Riconoscere ed Amare. Dio è Essere, Verità e Amore, mentre l'Uomo è solo partecipe di questa Infinità, egli è al Minuscolo ciò che Dio è al Maiuscolo. Dio è il creatore di tutto e il Figlio, o Logos, è la forma e la ragione immutabile delle cose.
Conseguenza diretta di questa situazione è la Negazione della Realtà Metafisica del Male, che, data la Perfezione di Dio non può esistere Autonomamente. Il Male è soltanto ascrivibile all'uomo che si allontana dalla perfezione divina.
Nella speculazione agostiniana il concetto della Grazia, data la sua ambivalenza, risulta fecondo per la futura speculazione. Agostino, infatti, non chiarisce se le chiavi della Salvezza siano affidate anche all'Uomo o esclusivamente a Dio, da ciò la futura diatriba tra Grazia, Vita Pratica e Fede.
La decadenza della Patristica inizia intorno al 450 d.C. E si ricordano poche figura di rilievo, tra queste Boezio, Beda il Venerabile e Isidoro di Siviglia.

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