La
diffusione della Religione Cristiana, conseguenza necessaria dello
spostamento culturale ed esistenziale dovuto all'Imperialismo romano,
genera una particolare forma di speculazione che nelle tematiche
religiose, della vita, della morte, della salvezza, del peccato e di
Dio, trova i suoi principali oggetti di indagine.
Nuovo
e Vecchio Testamento sono i testi che contengono i capisaldi della
nuova religione: 1) la conoscibilità di Dio nella Natura; 2) la
dottrina del Peccato Originale e del riscatto mediante la Fede in
Cristo; 3) il concetto della Grazia attraverso la Fede; 4) il
contrasto tra la Vita secondo la Carne e vita secondo lo Spirito; 5)
l'identificazione del Regno di Dio con l'umana Chiesa dei fedeli; ed
altri a questi collegati.
Ponendosi
sul terreno della filosofia, il Cristianesimo cerca di affermare il
proprio legame con la speculazione Greca; a tal fine si sottolinea
come il Logos, l'Unità della Ragione che Dio ha creato uguale in
tutti gli uomini, mostra quell'Unità tra Filosofia e Religione a cui
il Cristianesimo ha dato fondamenta stabili.
Il
periodo di rielaborazione Dottrinaria della religione cristiana è
detto Patristica e Padri della Chiesa sono gli scrittori cristiani di
quest'età. La Patristica viene divisa in tre periodi: 1) fino al 200
d.C. essa tende a difendere il cristianesimo dalle critiche Gnostiche
e Pagane e vede esponenti come Giustino, Inneo, Ippolito,
Tertulliano; 2) fino al 450 d.C. la Patristica tende alla vera
Elaborazione della Dottrina Cristiana e vede esponenti come Clemente
Alessandrino, Origene, Gregorio di Nissa e S. Agostino; 3) fino
all'VIII d.C., essa rielabora e Ordina le dottrine già formulate.
Rinomatissimo
padre della Chiesa è S. Agostino, nato a Tegeste nel 354 d.C. a lui
risalgono opere come “Contro gli accademici”, “Sulla
beatitudine”, “Sull'ordine”, “Soliloqui”, “Sul libero
arbitrio”, ma le opere più importanti sono i 13 libri delle
“Confessioni” e “La città di Dio”.
Motto
fondamentale di S. Agostino è Crede ut Intelligas et Intellige ut
Credas, ovvero credi per capire e capisci per credere; secondo
Agostino, per trovare la Verità è indispensabile la Fede, una Fede
che trovata illumina anche il cammino della Conoscenza.
Qualsiasi
dubbio presuppone un basilare e originario rapporto dell'Uomo con la
Verità, con Dio. La Verità secondo la Teoria dell'Illuminazione
emana da Dio per giungere all'Uomo e alla sua Interiorità. É qui,
nella propria Interiorità, che l'uomo deve cercare la Verità,
questo dono di Dio che non appartiene mai all'Uomo ma che egli può
esclusivamente Riconoscere ed Amare. Dio è Essere, Verità e Amore,
mentre l'Uomo è solo partecipe di questa Infinità, egli è al
Minuscolo ciò che Dio è al Maiuscolo. Dio è il creatore di tutto e
il Figlio, o Logos, è la forma e la ragione immutabile delle cose.
Conseguenza
diretta di questa situazione è la Negazione della Realtà Metafisica
del Male, che, data la Perfezione di Dio non può esistere
Autonomamente. Il Male è soltanto ascrivibile all'uomo che si
allontana dalla perfezione divina.
Nella
speculazione agostiniana il concetto della Grazia, data la sua
ambivalenza, risulta fecondo per la futura speculazione. Agostino,
infatti, non chiarisce se le chiavi della Salvezza siano affidate
anche all'Uomo o esclusivamente a Dio, da ciò la futura diatriba tra
Grazia, Vita Pratica e Fede.
La
decadenza della Patristica inizia intorno al 450 d.C. E si ricordano
poche figura di rilievo, tra queste Boezio, Beda il Venerabile e
Isidoro di Siviglia.
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