Con il termine
Illuminismo si intende quel movimento culturale che a partire dal
XVIII si sviluppa nella maggior parte dei paesi europei.
L'Illuminismo si basa su di un'esaltazione dei poteri razionali
dell'uomo, sull'impiego della Ragione in modo Libero e Pubblico,
finalizzato ad un miglioramento effettivo del vivere.
Kant nella “Risposta
alla domanda: che cosa è l'Illuminismo?” afferma esplicitamente
che l'Illuminismo coincide con l'uscita dell'uomo dallo stato di
minorità di cui egli stesso è colpevole. Minorità è l'incapacità
di servirsi del proprio intelletto senza la guida di un altro.
Colpevole è questa minorità, quando la sua causa non stia nella
mancanza di intelletto, bensì nella mancanza di decisione e di
coraggio nel servirsi del proprio intelletto senza la guida di un
altro. Sapere Aude! Abbi il coraggio di usare il tuo proprio
intelletto! Questa è dunque la parola d'ordine dell'Illuminismo.
A partire da questa
celebre affermazione si capisce il perché dello sforzo compiuto dai
filosofi illuministi di sottoporre ogni realtà, ogni verità o
falsità al vaglio del Tribunale della Ragione.
La ragione diviene lume
rischiaratore di tutto, la storia, la politica, l'etica e la
gnoseologia sottostanno alla guida della ragione. L'esaltazione della
ragione e della libertà, il rifiuto del dogmatismo e
dell'autoritarismo, la critica del presente e delle istituzioni
oppressive del passato, l'impegno nella riforma e nel progresso, la
diffusione della cultura e la filantropia costituiscono, dunque, per
gli illuministi, altrettante manifestazioni concatenate di un unico
atteggiamento globale di fronte al mondo.
Da un punto di vista
sociale ed economico l'Illuminismo è figlio della oramai consolidata
ascesa della Borghesia europea settecentesca; un legame, questo tra
Illuminismo e Borghesia, confermato sia dall'estrazione di classe dei
suoi rappresentante, che dagli ideali ispiratori del movimento;
Libertà, Uguaglianza e Fratellanza oltre ad essere gli ideali che
hanno ispirato la Rivoluzione Francese, sono anche figli della
speculazione borghese.
L'Illuminismo cambia
radicalmente il mondo e la prospettiva a partire da cui l'uomo guarda
al mondo. Storia, Religione, Politica e Morale sono ora interpretate
a partire dall'uomo e per l'uomo che diviene fabbro della propria
sorte e artefice esclusivo del proprio mondo.
Geograficamente parlando,
è l'Illuminismo Francese a richiamare particolare interesse, infatti
in esso sono presenti la maggior parte delle tematiche affrontate da
questo movimento ed è per questo che può essere presentato come
punto di partenza per poi procedere all'analisi dei differenti volti
che l'Illuminismo assume negli altri paesi europei.
Tra gli illuministi
francesi spiccano le figure di Montesquieu, Diderot, Voltaire,
Candillac, e molti altri; procedo ora ad un'analisi più dettagliata.
Montesquieu (1689) è
autore dello “Spirito delle leggi” e delle “Lettere persiane”,
oltre ad altri testi e scritti minori. Egli è convinto, in linea con
l'analisi della storia fatta dagli illuministi, che la Storia abbia
un Ordine che si manifesta in Leggi Costanti, leggi che la finitezza
dell'uomo spinge continuamente a violare. A questa possibilità di
errore si oppongono la Religione, la Morale e le Leggi Politiche e
Civili che evidenziano il Dover Essere dell'uomo riportandolo sulla
strada della perfezione.
Voltaire (1694) è autore
di un “Trattato di metafisica”, “Lettere filosofiche”,
“Saggio sui costumi e lo spirito delle nazioni”, ma anche di
opere letterarie minori come il romanzo “Candido o dell'ottimismo”.
Egli è convinto che solo l'accettazione della condizione umana,
finita e continuamente esposta all'errore, può rendere l'uomo ciò
che deve essere. La figura di Dio è soltanto quella del creatore del
mondo fisico, il bene e il male, come tutti gli altri valori morali,
sono invece attributi specifici dell'uomo che si è impegnato a
vivere in società.
Il maggiore strumento di
diffusione delle idee illuministe è stata l'Enciclopedia, o meglio
il “Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri”;
il primo volume compare nel 1751 per continuare ad essere pubblicato
poi annualmente fino al settimo volume nel 1757. Partecipano alla
stesura della stessa Rousseau, Grimm, d'Holbach, Helvetius, ma le sue
figure dominanti sono quelle di Diderot (1713) e di d'Alembert le cui
firme si trovano riunite sotto al “Discorso preliminare” che apre
l'Enciclopedia.
Esponente del punto di
vista illuministico sulla filosofia è Candillac, questi nel “Saggio
sulle origini della conoscenza umana” e nel “Trattato delle
sensazioni” afferma che tutte le conoscenze e le facoltà umane
derivano dall'esperienza sensibile. Le idee sono figlie
dell'Esperienza, ma non ci concedono di accedere alla conoscenza di
ciò che gli enti sono in se stessi perché ce li presentano soltanto
attraverso i rapporti che essi hanno con noi; questo a sottolineare
la forte mentalità Antropocentrica, Individualistica ed
Anti-Metafisica che anima lo spirito dell'Illuminismo.
Alla corrente francese
dell'Illuminismo appartengono anche pensatori che condividono
l'impostazione Materialistica della loro speculazione. Al fine di
eliminare ogni possibile riferimento, indimostrato e indimostrabile,
all'esistenza di Entità Superiori La Matrie, ad esempio, nel suo
“L'uomo macchina” afferma esplicitamente che l'uomo, come dice lo
stesso titolo, altro non è che una macchina e che, inoltre,
l'universo è formato da una sola sostanza che risulta diversamente
modificata secondo le necessarie leggi intrinseche alla sua specifica
natura. Così anche D'Holbach, che nel suo “Sistema della natura”
afferma che l'uomo è un essere puramente fisico e che anche ciò che
egli fa non è altro che il risultato dell'organizzazione del suo
Corpo; ed Helvetius che, nel suo “Dello spirito” diventa uno dei
più forti sostenitori di quella teoria che vede all'origine di tutte
le attività umane la Sensibilità fisica.
Se l'Illuminismo conosce
in Francia le sue manifestazioni più significative, esso trova in
Inghilterra la sua culla di origine (Si pensi alla speculazione
razionale di Newton, Locke, Hume). A differenza dell'interesse
storico, politico, rivoluzionario, critico e antidogmatico di quello
francese, l'Illuminismo Inglese è più attento a tematiche di ordine
Morale e Religioso.
Analizzando il contesto
religioso, buona parte dell'Illuminismo Inglese è dedicata
all'opposizione tra la Religione Naturale e quella Rivelata. La
Religione Naturale è quella fondata unicamente sulla o dalla Ragione
e, quindi, non fa altro che insegnare quelle verità che la ragione
può dimostrare e comprendere. In tal contesto si introduce il
Deismo, ovvero quella concezione della divinità fondata
esclusivamente sulle forze della Ragione ed escludente ogni
connotazione misteriosa. I Deisti mettono in pratica il tentativo di
Razionalizzare la Teologia e ciò con l'aiuto di quella nuova
gnoseologia empirista che si era andata formando in Inghilterra a
partire dalle speculazioni di Locke e Hume.
Un'altra corrente del
Deismo tenta, invece, di mettere in luce, anche se per diverse
strade, l'Identità tra la Religione Naturale e il Cristianesimo; a
tale corrente appartengono pensatori come Toland, Clarke, Tindal. La
Rivelazione risulta allora ininfluente ai fini della Religione perché
le sue fondamenta e le sue verità sono intrinseche alla stessa
natura dell'essere umano.
In Inghilterra si
sviluppa anche un'altra corrente di pensiero che viene chiamata
Morale del Sentimento e che unisce quei pensatori che affidano
l'intera condotta dell'uomo ad un Sentimento o Istinto che, nella
maggior parte dei casi, si rivelerà essere intrinsecamente
Razionale. Shaftesbury (1671), ad esempio, presenta Ottimisticamente
il mondo come una totalità armonica e perfetta che rivela la
saggezza divina e che della saggezza divina riscopre le tracce nella
stessa razionalità umana. Anche Hutcheson (1694) afferma l'esistenza
di sensi più sottili di quelli che rivelano il mondo esterno; la
sottigliezza di questi Sentimenti ci consente, dal suo punto di
vista, di avvertire i valori interni e spirituali dell'uomo.
A quest'ottimismo fa da
controparte il Pessimismo di Mendeville, autore di una “Favola
delle api” e fortemente convinto che il Male, presente nel mondo e
nelle relazioni umane, sia il solo principio che ci ha reso creature
socievoli e morali.
L'ottimismo ritorna con
l'opera di Adam Smith (1723) autore di “Ricerca sulla natura e la
causa della ricchezza delle nazioni” e “Teoria dei sentimenti
morali”. Secondo Smith, l'essere o Dio, che è grande, benevolo,
onnisciente e immutabile, è implicitamente Obbligato dalla propria
perfezione a mantenere nell'universo, in tutti i luoghi e in tutti i
tempi, la più grande quantità possibile di Felicità. Questo essere
ha posto nell'uomo una guida sicura per dirigerlo al bene, la
Simpatia, ovvero la capacità di essere spettatori imparziali di noi
stessi e quindi il potere di approvare o meno la nostra condotta.
In Italia la diffusione
della cultura illuministica si sviluppa in Ritardo rispetto agli
altri paesi europei. L'Arretratezza Economica, l'Immobilità delle
Istituzioni, l'Instabilità Politica dovuta alla catena delle Guerre
di Successione, l'Assenza di una Borghesia dotata di un consistente
peso economico e sociale, l'Assolutismo delle dinastie regie, la
pesante atmosfera Controriformista e il prevalere di una Cultura
Umanista e Storico-erudita, dimentica della tradizione scientifica
galileana, producono per lungo tempo una situazione di Stasi Sociale
e Intellettuale (la cui unica eccezione è Vico 1668). Solo con la
pace di Aquisgrana del 1748 si assicurerà al paese un arco
quarantennale di pace che consentirà un Risveglio Culturale
soprattutto nelle città di Milano, Napoli, Firenze e Parma.
L'Illuminismo italiano appare strettamente connesso con la
speculazione francese anche se l'anima ispiratrice saranno
specialmente problemi Morali, Giuridici ed Economici.
A Napoli lo spirito
illuminista vede i suoi precursori in Muratori e Giannone, ma anche
Galiani e Genovesi, quest'ultimo evidenzia lo stretto legame che
intercorre con il Sensismo francese. A Montesquieu si ispira
Filangieri e a Vico si richiama Pagano.
Altro centro
dell'Illuminismo italiano è Milano, dove molti intellettuali si
riunisco intorno al periodico “Il Caffe”; questo, anche se ebbe
vita breve (1764-1765) ma intensa, fu diretto dai fratelli Pietro e
Alessandro Verri e vide la collaborazione di una delle personalità
più rinomate dell'Illuminismo italiano, Cesare Beccaria (1738).
L'opera di Beccaria “Dei
delitti e delle pene” è il solo scritto dell'Illuminismo italiano
che abbia avuto Risonanza Europea. Esso rappresenta il punto di vista
illuministico riguardo al Diritto Penale. Secondo Beccaria, lo scopo
della vita associata è quello di garantire la Massima Felicità al
Maggior Numero di persone possibile. Lo Stato nasce da un Contratto e
le Leggi sono le Condizioni sotto le quali fu stipulato questo
Contratto, mentre le Pene rappresentano il Motivo Sensibile per
Rafforzare e Garantire l'azione delle Leggi. Ora, le Pene che
oltrepassano la necessità di Rafforzare la Salute Pubblica (come la
pena di morte o la tortura, ad esempio) sono Ingiuste di loro natura.
Il quadro storico e
culturale all'interno del quale si sviluppa l'Illuminismo Tedesco è
assai diverso da quello inglese e francese e rende comprensibili
talune tendenze di fondo. Sul piano Politico, l'assenza di una forte
monarchia accentratrice, la frantumazione del paese in un mosaico di
Stati, la permanenza di un'economia sostanzialmente agricola e
feudale, avevano permesso alla nobiltà di tenere ben saldo nelle sue
mani il potere, costringendo la borghesia a mantenersi su posizioni
riformiste di stampo moderato. Con questo si spiega la Minore
Radicalità dell'Illuminismo Tedesco rispetto ai modelli esteri e
l'indirizzo razionalistico, sistematico ed accademico delle sue
principali figure, impegnate a Fondere in una sintesi organica la
tradizione Scolastica, la Metafisica di Leibniz e le istanze
Illuministe. L'ideale di una ragione che ha il diritto di investire
l'intera realtà, si trasforma, nell'Illuminismo tedesco in un metodo
di analisi Razionale che avanza dimostrando la legittimità di ogni
suo passo. È questo il metodo della fondazione che celebrerà il suo
grande trionfo nell'opera di Kant.
Uno dei rappresentanti
tedeschi dell'Illuminismo è Christian Wolf (1679) che vede nella
filosofia l'unica possibilità per accedere all'attività razionale e
così alla felicità. La filosofia ha uno scopo pratico, la felicità,
ma questa non è accessibile se non tramite la conoscenza chiara e
distinta.
Altre personalità di
spicco dell'Illuminismo tedesco sono Kuntzen, Crusius, Lambert,
Tetens, tutti seguaci e critici dell'opera di Wolf. Anche Baumgarten
(1714), con le sue opere “Metafisica” e “Estetica”, rientra
tra i seguaci di Wolf. È proprio all'“Estetica” che si deve la
sua fama; questo è il primo testo in cui compare il termine stesso
di estetica e risulta il punto di riferimento fondamentale per tutta
la discussione futura dell'estetica tedesca.
La più grande figura
dell'Illuminismo tedesco è quella di Lessing a cui si devono opere
come il “Laocoonte”, la “Drammaturgia di Amburgo” e
“L'educazione del genere umano”. Il valore dell'uomo, secondo
Lessing, non è nella verità raggiunta ma, piuttosto, nello sforzo
di raggiungere questa verità. Lessing vede, in tutti gli aspetti
dell'uomo e del suo agire, un perfezionamento incessante che dà
continuamente ad essi un nuovo significato.
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